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Immagine del redattoreThomas Raimondi

CELINE | FALL WINTER 2021-2022


Rullo di tamburi, schermata nera, titoli di testa in carattere gotico bianco che appaiono e scompaiono. Si apre così il video per la sfilata digitale di Celine in occasione della Parigi Fashion Week maschile.

Sei cavalieri incappucciati arrivano all’ingresso di Château de Chambord sui loro cavalli bianchi, fatta eccezione per il capofila che ne cavalca uno nero e tiene in mano una bandiera, anch’essa tutta nera, dove campeggia il nome della maison.


Teen Knight Poem, la scritta avorio si posiziona al centro amalgamandosi elegantemente al resto della composizione. Il castello nella sua magnifica complessità domina la scena. La palette di colori è fredda e al contempo delicata, quasi austera. La scala di grigi dell’edificio, i verdi pieni dei giardini, l’azzurro pallido che si fonde al bianco sporco e al grigiastro del cielo nuvoloso: un grave senso arcano di piatta inquietudine pervade l’ambientazione.


Appare un ragazzo tra le torri bianche decorate. Capelli ossigenati. Tra rilievi di draghi e figure geometriche sembra attendere il nostro arrivo e quello dei suoi coetanei per dar inizio alla cerimonia. Indossa un completo nero simil sacerdotale, il mantello svolazzante alle spalle. Al collo un lungo medaglione luccica colpito dai raggi di luce come un amuleto magico. Poi buio.


Particolare della macchina da presa in movimento sul suo sguardo, una parte del viso completamente immersa nell’ombra, l’altra rischiarata dal bagliore di una sorgente luminosa, forse un fuoco. L’occhio che vediamo è scurissimo, come quello dell’aquila inquadrata immediatamente dopo; la osserviamo mentre vola maestosa nella tetra notte. L’accostamento lascia intendere la presenza di un soprannaturale. Siamo dentro ad una storia fantastica dove tutto può diventare metafora.


Harry Potter, Ladyhawk, Capitan Harlock passando per Highlander, Games of Thrones e i disegni grafici di Escher, queste le reference più pop che saltano subito all’occhio.


La sfilata inizia, la marcia militare ricomincia, anzi, non ci ha mai lasciati, e la musica di The Loom ( Jack & George Barnett aka These New Puritans) presto diventa un mantra cantilenato, una litania ambient pressoché parlata che ci accompagnerà per tutta la durata del video.


Il gioco della videocamera è sincopato, le inquadrature aeree su edificio, torrette e balconata che funge da passerella si alternano ai primi e primissimi piani dei modelli. Iniziamo a immergerci sempre più a fondo nel racconto conoscendo i personaggi principali con i loro caratteristici abbigliamenti.

Questo alternarsi di rapide inquadrature schematiche e ossessive si ripeterà per tutto il montaggio, andando a ricreare un pattern narrativo sinestesico con la composizione musicale, simulando in definitiva una sorta di circuito chiuso, un loop.


Cominciano a sfilare uno dietro l’altro i look creati da Hedi Slimane e il suo staff mentre noi scopriamo lentamente la collezione.


Giubbotti in pelle oversize, pellicce, pizzi, merletti, collari spuntonati, lunghi orecchini e grosse collane d’oro e argento, abiti e giacche scure, completi total black, passamontagna borchiati, occhiali big size, fantasie scozzesi, camo e animalier…


Le scelte cromatiche dei capi ricordano in tutto e per tutto quelle dell’ambiente esterno. Niente di veramente intenso, anzi, l’insieme risulta piuttosto slavato e blando. I colori freddi e neutri accostati frequentemente ai neri pieni assumono, nonostante l’aggressività di alcuni accessori, un tono di composta eleganza/stravaganza. Solo la frastagliata gamma di rossi (magenta, scarlatto, cremisi, rubino, bordeaux) che appare sporadica esce da questo diktat.

- Davvero random risulta a tal proposito una giacca in pelle multicolor che vediamo ad un certo punto! -.






esempio di declinazione della palette "naturale" adattata ad un look.





Il taglio medievale del contesto, e apparentemente della collezione, è però immediatamente contaminato da un sottostrato vivissimo ed eterogeneo di riferimenti visivi. Brit-rock, punk, post punk con incursioni tra il vampiresco e l’emo passando per una generica attitudine street e goth! Vengono subito in mente i The Who, il Jack White di Blue Orchid, i The Libertines ma anche artisti diametralmente opposti come Lil Peep e Gosthmane. I make up poi attorno agli occhi fanno da trait d’union con il versante più emotional-pop della musica vedi My Chemical Romance, Panic at the Disco, e il più recente fenomeno K-Pop di band come i MonstaX.


Le reference non finisco qui e se le band che potrebbero essere citate sono davvero moltissime troviamo in alcuni look dei frammenti della Noomi Rapace di Millennium e lampi di Romanticismo, per messinscena e cromie. Così come le atmosfere velate ci rimandano ad un certo cinema di Albert Serra e via via in un gioco infinito di “chi ha ispirato cosa”.


Quello che realmente emerge però è una cifra stilistica unica e originale del creatore che ha fagocitato così tanto materiale visivo differente da ricrearlo stratificato e camuffato con personalissimo gusto e coerenza. Gli accostamenti sono audaci ma sempre armonici e mai davvero eccessivamente bizzarri. Se quell’alone di "già visto" dunque potrebbe lasciar scontento lo spettatore/consumatore più distratto, soddisferà enormemente chi ha tempo e voglia di cullarsi in una recente tradizione riletta in chiave Nouveau Romantique.


E’ notte ormai e la sfilata si chiude. I cavalieri da pochi sono passati a cinquanta, cento e tengono tutti in mano torce infuocate. Eccoci nel flash forward dell'inizio. Percorrono il vialone d’ingresso, lasciandosi alle spalle le architetture del castello. Qualcosa di nuovo sta per riversarsi nelle strade delle città. Una fine dunque che coincide con un nuovo inizio.


Video completo della sfilata sul sito Celine o qui.

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